Alberto Campo Baeza | House of the Infinite

by Jean Jacques Colangelo
Project Info

Architetto: Alberto Campo Baeza
Progetto: House of the Infinite
Luogo: Cádiz, Spagna
Area: 900 m²
Anno: 2014
Categoria: Casa
Immagini © Javier Callejas

In un luogo meraviglioso come un pezzo di paradiso terrestre, abbiamo realizzato un piano infinito di fronte ad un mare infinito, la casa più radicale che abbiamo mai realizzato. Proprio sul bordo delle acque dell’Oceano Atlantico, dove lo stesso mare unisce il nuovo e il vecchio continente, emerge una piattaforma di pietra. Nel luogo in cui tutte le navi del Mediterraneo passavano e passano ancora mentre si dirigono verso l’Atlantico.

Lì abbiamo eretto una casa come fosse un molo rivolto verso il largo. Una casa che è un podio coronato da un piano orizzontale superiore. Su questo piano palesemente orizzontale, spoglio e denudato, ci affacciamo all’orizzonte lontano tracciato dal mare dove il sole tramonta. Un piano orizzontale costruito in pietra, travertino romano, come fosse sabbia, un piano infinito rivolto verso un oceano infinito.

Per materializzare questo piano, abbiamo costruito una grande scatola con 20 metri di facciata e 36 metri di profondità. E sotto quei primi 12 metri abbiamo scavato due piani nella roccia solida per sviluppare tutto lo spazio abitativo. I Romani erano lì una manciata di secoli fa. La Bolonia,con le rovine delle fabbriche di pesca romane dove producevano garum e costruivano templi per i loro dei, è a due passi. In loro onore abbiamo costruito la nostra residenza, come un’acropoli in pietra, in travertino romano.

Per dare ancora più forza alla piattaforma abbiamo inglobato tutto il terreno fino al muro d’ingresso che ci separa dalla strada, sempre in travertino romano. Una volta all’interno del muro, l’ingresso alla casa avviene attraverso una “trincea” a forma di scala scavata nella superficie superiore della piattaforma. Un poeta greco diceva che questo è un vero temenos, un luogo di incontro, dove secondo la mitologia, gli uomini e gli dei si confrontavano faccia a faccia.

Sulla terrazza di pietra denudata, tre muri ci circondano e ci proteggono dai forti venti dominanti. A volte è come se qualcuno avesse aperto la borsa contenente i venti di Eolo. Gli stessi venti che hanno guidato il vascello in cui Ulisse è tornato a casa.

C’è una bella incisione di Rembrandt del 1655, “Cristo presentato al popolo”, che mi ha sempre affascinato. In essa Rembrandt disegna una linea retta orizzontale. Perfettamente dritta e perfettamente orizzontale. È il bordo della potente predella, il podio su cui si svolge la scena. Lì, come Mies ha fatto spesso, ha trasformato il piano in una linea. Sono certo che Rembrandt e Mies vorrebbero la nostra casa sul podio. Come lo vorrebbe Adalberto Libera, che ha fatto la stessa cosa quando ha costruito la sua Casa Malaparte a Capri. E anche a noi piace. E quando guardiamo il nostro progetto dalla spiaggia, ce li ricordiamo tutti.

Volevamo che questa casa fosse in grado non solo di far fermare il tempo, ma anche di rimanere nella mente e nel cuore dell’umanità. La casa dell’infinito.

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