Info Progetto
Architetto: Andrea Solé Arquitecta
Progetto: Can Tomeu
Luogo: Sant Pere de Ribes, Spagna
Area: 144 m²
Anno: 2017
Categoria: Recupero Edilizio, Casa
Immagini © Adrià Goula
Situato all’ingresso del Parc Natural de Garraf, appena fuori la città di St Pere de Ribes, Can Tomeu è uno degli edifici appartenenti al Masia Corral d’en Capdet, che è stato costruito intorno al 1800 per scopi agricoli e di lavorazione della pietra. Si tratta di un pezzo di storia catalana e un monumento nazionale, il che significa che le infrastrutture devono essere mantenute nel loro stato originale, ove possibile. Can Tomeu era originariamente destinato alla forza lavoro del più grande Masia. Con il tempo l’edificio abbandonato si deteriorò lentamente e rimasero solo le sue mura portanti. La sua catalogazione come Bene Culturale di Interesse Locale (BCIL) comportava che tutto l’esistente fosse mantenuto, anche i suoi muri in pessime condizioni.
L’ opera di ripristino della costruzione esistente ha consentito un’espansione del 30% del suo volume originale. A causa del degrado dell’edificio e della completa scomparsa del tetto, le mura perimetrali stavano crollando e perdendo altezza. L’intervento opta quindi per recuperare il volume originale e utilizzare il volume espandibile del 30%.
Tuttavia, il progetto iniziale è stato radicalmente modificato a causa di alcune sorprese durante l’esecuzione. I muri erano in condizioni anche peggiori del previsto, e parti di esso caddero, e si dovettero così cercare nuove soluzioni costruttive. Tutte le pareti interne sono state unite con una rete di ferro. Un grande rinforzo in cemento per il coronamento delle pareti ha dato vita a nuove facciate, diverse da quelle inizialmente proposte. Così, il cemento che ha permesso la conservazione delle pareti è stato lo stesso che ha aumentato il volume in altezza.
Anche la profondità delle pareti nel terreno si è rivelata insufficiente, un fatto che ha portato a nuove altezze di fondazione, nuove soluzioni costruttive, nuovi livelli nei suoi interni e una nuova ristrutturazione degli spazi interni ed esterni. Durante i lavori, è stata presa la decisione di aggiornare i materiali scelti per gli interni: le finestre in ferro sono state sostituite da quelle in legno dando più calore al tutto. Il pavimento in ceramica vuole evocare il Mediterraneo, ottenendo al contempo un risparmio di denaro.
Da un punto di vista funzionale, l’esecuzione del progetto sposta l’ingresso principale al vecchio “vigneto”, dando accesso ad una camera a doppia altezza che sarà lo spazio centrale della casa. Sulla sinistra troverete le camere (due al piano terra e una al primo piano) ognuna con il proprio bagno e, sulla destra, la cucina e il soggiorno.
Questa annessione, formata da due volumi gemellati, si apre verso l’esterno attraverso grandi finestre che permettono il godimento della natura. La creazione di un patio esterno permette all’individuo di riunirsi di fronte all’immensità del parco Garraf. A sua volta, questo patio sopraelevato è visivamente separato dal percorso pubblico che attraversa la tenuta, impedendo al passante di vedere cosa succede all’interno della casa.
Il progetto rappresenta una seconda vita per l’edificio, riscoprendo gli spazi interni che dopo l’intervento costituiscono una nuova esperienza spaziale. Il recupero dell’intero complesso architettonico avviene nel massimo rispetto dell’ambiente in cui si trova. Vengono seguiti i criteri di sostenibilità necessari per preservare l’ambiente naturale, promuovendo così un turismo sostenibile e autosufficiente. È stato realizzato un progetto per gestire in modo autosufficiente l’intero complesso architettonico (mediante pannelli solari, serbatoi diesel e riutilizzo di acque grigie e piovane, facendole passare attraverso processi di fitodepurazione naturale).
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