noa* network of architecture | Casa Messner

by Jean Jacques Colangelo
Project Info

Architetto: noa* Network
Progetto: Casa Messner
Luogo: Castelrotto, Italia
Area: 220 m²
Anno: 2017
Categoria: Casa, Ristrutturazione
Immagini © Alex Filz

LA CASA DEI SOGNI

Ai piedi dello Sciliar, nel suggestivo comprensorio dell’Alpe di Siusi (Bolzano), un ienile rinasce come abitazione. Il progetto, realizzato da noa* (network of architecture), riparte dalla tradizione altoatesina per sorprendere all’interno, disegnando spazi visionari e inaspettati. Un ambiente quasi magico, ispirato anche ai ricordi d’infanzia.

Dialogare con la tradizione, ma allo stesso tempo staccarsene per definire una propria identità, un nuovo modo di abitare, una diversa struttura dello spazio domestico. Anche cercando ispirazione nei ricordi di un’infanzia trascorsa in alta montagna. Questa, in sintesi, la sfida affrontata da noa* nel progetto della nuova abitazione a Siusi allo Sciliar, che doveva sorgere sulle vestigia di una casa risalente al 1850 ormai abbandonata nel centro del paese.
L’intervento, portato a termine alla fine del 2017, si inserisce in un contesto estremamente delicato. Siamo in Alto Adige, a 1100 metri di altitudine, ai piedi dell’Alpe di Siusi, che è riconosciuta Unesco World Heritage per le sue bellezze naturalistiche. Era quindi importante rispettare la tipologia costruttiva originaria e l’impianto urbanistico del paese. Ma per Stefan Rier, founder insieme a Lukas Rungger dello studio noa* e, in questo caso, ‘cliente’ di sé stesso, il progetto era l’occasione per dare un’impronta personale alla propria abitazione, allontanandosi dai canoni distributivi tradizionali anche attraverso il recupero dei ricordi di un’infanzia trascorsa tra le montagne.

Volevamo che l’intervento fosse coerente con l’estetica e l’assetto urbano del paese, dove fienili di legno si alternano a case intonacate, destinate ai contadini e al ricovero degli animali. 

(Stefan Rier)
Ne è nata un’abitazione con due anime che si confrontano. Fuori, quella della dimora alpina tradizionale, splendidamente inserita nello scenario circostante. All’interno, l’anima visionaria, la sorpresa di uno spazio libero da schemi, permeabile, osmotico, innovativo.
A piano terra si apre un ambiente comune, una sorta di piazza che ha una vocazione pubblica: c’è il tavolo da pranzo da condividere con gli amici, la cucina ampia per cucinare insieme. Ma poi la casa si sviluppa in verticale e alle classiche stanze si sostituiscono ‘box galleggianti’, posti a diverse altezze e collegati da scale e passerelle. Percorrendole, si ha la sensazione di salire per un sentiero di montagna, che conduce alla vetta. Ma le passerelle, oltre a fungere da collegamento, ospitano anche i restanti ambienti, tra cui la biblioteca e i bagni con vasche e docce a vista (solo i wc sono chiusi). Tutta la struttura è concepita in modo tale che, mano a mano che si sale, il livello di privacy e di intimità aumenta. Fino ad arrivare al box più elevato, che contiene la sauna, aperta sullo scenario della montagna Santner.
La rivoluzionaria disposizione degli spazi interni si percepisce anche all’esterno, creando una sorta di contrappunto con le facciate di impianto tradizionale. A Nord, infatti, i due box delle stanze, rivestiti in rame, sono visibili attraverso la facciata esterna in legno, creando un significativo contrasto di materiali. A Sud, invece, il box sauna irrompe dalla vetrata.
Un’architettura, dunque, estremamente innovativa e coraggiosa, ma capace anche di evocare un’atmosfera antica. La vista della struttura in larice che sostiene i box galleggianti, della travatura del tetto a 12 metri d’altezza, e ancora, il respiro degli spazi, tutto sembra richiamare l’immagine degli antichi fienili.

Del resto ho passato l’infanzia a giocare nei fienili, e uno dei ricordi più belli era quando mi arrampicavo in alto e poi mi buttavo giù, tuffandomi nel fieno. Forse senza quell’esperienza non sarei mai arrivato a disegnare questa casa. 

(Srefan Rier)
 

LA STRUTTURA: UN DIALOGO FRA IERI E OGGI

La casa recupera la tipologia costruttiva degli edifici rurali del luogo. Sul basamento in pietra (m 10×8), si erge su tre livelli una struttura in larice, che sostiene il tetto a doppia falda, tipico delle abitazioni del paese. Una facciata di legno riveste come un guscio tutta la casa, schermando la luce del sole nei periodi più caldi e suggerendo forme strutturali tipiche dei fienili alpini. Due box in rame e uno vetrato ‘spuntano’ dalle facciate, rispettivamente a Nord e a Sud, rivelando già all’esterno l’articolazione complessa e originale che caratterizza il layout interno. A Sud le ampie vetrate, il dehors e un terrazzo, aprono l’edificio alla vista del paesaggio dolomitico, dominato dal massiccio dello Sciliar.

GLI SPAZI INTERNI: UNA SFIDA ALLA STATICA

All’interno, la distribuzione di spazi e funzioni è davvero inusuale. Alla struttura lignea portante, visibile in tutto il suo sviluppo (12 metri di altezza), sono appesi i box che ospitano le tre camere da letto. Progettate come delle micro-case, ognuna con un suo disegno particolare, queste stanze sembrano quasi galleggiare nell’ampio volume interno (1100 metri cubi). Vi si accede attraverso una scala e un sistema di passerelle, che oltre a funzionare come elementi distributivi, ospitano i bagni con doccia e vasche a vista (solo gli spazi wc sono completamente chiusi). All’ultimo livello si trova un box che irrompe attraverso la facciata vetrata verso Sud: è qui che si trova la sauna panoramica. A completamento degli spazi dei livelli superiori, una biblioteca con una stufa in maiolica, reminiscenza della casa preesistente, e un ambito guardaroba.
Il piano terreno si presenta come un ampio open space, articolato in tre diverse isole funzionali: l’angolo conversazione, l’area pranzo e la cucina, risolta con un maxi bancone in ottone naturale, rivestito sui lati con piastrelle in cotto di produzione artigianale.

I MATERIALI

Ai materiali della tradizione locale – legno e pietra – il progetto ne affianca altri di gusto contemporaneo, richiamando, in alcuni casi, uno stile Mediterraneo. La resina del pavimento, che dà uniformità visiva al piano terreno, si alterna all’argilla cotta delle piastrelle blu mare, riproposte anche per il rivestimento del bancone della cucina. L’ottone dà lucentezza e toni caldi ai dettagli d’arredo e al lungo piano di lavoro che ospita piano cottura e lavello. La scala, in ferro finemente intagliato, evoca le grate di tradizione araba, creando chiaroscuri davvero inusuali per il mondo alpino.

Arredi & Tessuti
Gli arredi sono stati realizzati tutti su disegno, con materiali e fattura a km zero. La cura del dettaglio è stata massima, come la ricerca di soluzioni originali sia dal punto di vista formale che funzionale.
Il tessuto gioca insieme al legno un ruolo importante nel creare all’interno della casaun’atmosfera quasi teatrale: abbondanti tendoni in velluto blu incorniciano come sipari i diversi ambienti, aprendo prospettive sempre nuove. Texture décor anche per il rivestimento dei box-camera da letto, dove la carta da parati, sempre nei toni del blu, crea una funzionale barriera fonoassorbente.

 

La luce
Il progetto ha puntato a valorizzare al massimo l’illuminazione naturale: a Sud, la facciata è interamente vetrata e la luce viene filtrata dalla griglia lignea esterna, montata a circa 2,5 metri dal prospetto, mentre il tetto aggettante ombreggia gli interni nelle ore più calde della stagione estiva. Sul tetto, un lucernaio aperto a Est fornisce un ulteriore apporto sfruttando la luce zenitale. A Nord non ci sono finestre. Per quanto riguarda l’illuminazione interna, nello spazio giorno a doppia altezza prevalgono luci a sospensione per garantire un’illuminazione puntuale delle diverse aree funzionali (in particolare, pranzo e cucina). Molte delle lampade utilizzate nella casa sono state realizzate su disegno.

Testi © www.noa.network

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